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IBAN: che cos’è e cosa dice di te 

27 giu 2025
Tempo di lettura: 7 minuti.

Cosa troverai in questo articolo:

  1. Come è strutturato l'IBAN e cosa significano le sue cifre.

  2. Quali informazioni personali e bancarie può rivelare l'IBAN.

  3. Come l'IBAN ha semplificato i bonifici internazionali e garantisce la sicurezza dei dati.

L'IBAN è stato introdotto nel 1997 per facilitare le transazioni internazionali e armonizzare i codici bancari, rendendo i bonifici tra paesi europei più semplici e sicuri. Dal 2008, l'uso dell'IBAN è diventato obbligatorio per le transazioni nell'area SEPA (Single Euro Payments Area) ed ora è utilizzato in ben 86 paesi in tutto il mondo.  

Ma cosa si nasconde dietro questo codice di lettere e numeri? Capire il funzionamento dell'IBAN è fondamentale per gestire le proprie finanze in modo consapevole. Per questo motivo, in questo articolo esploreremo non solo la struttura dell'IBAN, ma anche alcune curiosità poco note. In particolare, analizzeremo un IBAN italiano per svelare cosa può dire di te attraverso le sue cifre e come esse variano da un paese all'altro. 

Cos'è l'IBAN e perché è importante?

IBAN è un acronimo che sta per: International Bank Account Number.
In italiano, lo possiamo tradurre con: “numero di conto bancario internazionale”.

L'IBAN è un codice alfanumerico composto da un massimo di 34 caratteri. Tuttavia, la lunghezza varia in ogni paese: ad esempio, l'IBAN più corto si trova in Norvegia, con soli 15 caratteri, mentre quello più lungo è utilizzato da alcune isole caraibiche come Santa Lucia, con ben 32 caratteri. In Italia l'IBAN è lungo 27 caratteri.  

A cosa serve l’IBAN?

guida: a cosa serve l'iban

L'IBAN viene utilizzato principalmente per i trasferimenti o le transazioni finanziarie internazionali. In particolare, serve per inviare o ricevere pagamenti, ma non è necessario quando si prelevano contanti. Infatti, la sua funzione principale è quella di identificare in modo univoco il conto bancario di una persona o di un'impresa durante un pagamento.  

Fino al 2008, l'identificazione dei bonifici nazionali avveniva tramite le coordinate bancarie ABI, CAB e numero di conto. Con l'introduzione dell'IBAN, i bonifici internazionali sono diventati molto più semplici e meno soggetti a errori, grazie a un linguaggio universale. Il sistema verifica automaticamente la correttezza delle informazioni inserite prima di elaborare il pagamento, facilitando così le operazioni tra diverse banche e paesi. 

Puoi richiedere un IBAN solo se sei cliente di una banca in una regione che utilizza l'IBAN.

Cosa si nasconde dietro le cifre dell’IBAN?

Un dettaglio interessante è che ogni paese ha una struttura dell'IBAN leggermente diversa. Un IBAN non è solo una serie di caratteri casuali, ma ogni sua parte ha un significato specifico. Prendiamo come esempio un IBAN italiano: 

IT60X0200801641000000123456 

  1. IT: Questo è il codice paese, in questo caso l'Italia. Ogni nazione ha il proprio codice ISO di due lettere (ad esempio, "DE" per la Germania o "FR" per la Francia). 

  1. 60: Le due cifre seguenti sono i cosiddetti "check digits", numeri di controllo generati automaticamente, in Italia dall'algoritmo MOD10, che aiutano a verificare la correttezza del codice. 

  1. X: Questo è un carattere di controllo nazionale, in Italia rappresenta una cifra di controllo interna. 

  1. 02008: Queste cinque cifre rappresentano il codice ABI della banca. Nel nostro esempio, 02008 è il codice ABI di Unicredit. Altri codici ABI includono 03069 per Intesa Sanpaolo, 03032 per Credem, 07601 per BancoPosta, o 05034 per Banco BPM. 

  1. 01641: Questo è il codice CAB, che identifica la filiale specifica della banca. In pratica, con queste cifre puoi scoprire in quale città o quartiere è stato aperto il conto corrente. 01641, ad esempio, identifica la filiale Unicredit di Via Pola 11 a Milano. 

  1. 000000123456: Questa è la parte finale dell'IBAN, che corrisponde al numero di conto del titolare. Se ABI e CAB sono verificabili online, il numero di conto è verificabile solo dagli addetti di filiale. 

L'IBAN può variare da un paese all'altro non solo per la lunghezza, ma anche per la sua struttura. In Francia, ad esempio, l'IBAN è composto da 27 caratteri, come in Italia, ma la struttura dei codici bancari è diversa. In Germania, l'IBAN è formato da 22 caratteri e il numero di conto è più corto rispetto a quello italiano. Nei Paesi Bassi, l'IBAN ha 18 caratteri e il codice bancario è composto da 4 lettere, anziché da cifre come avviene in Italia.

Chi ha accesso alle informazioni dell’IBAN?

A questo punto, potresti chiederti se chiunque possa accedere a tutte le informazioni associate al tuo IBAN. La risposta è no.

Anche se l'IBAN contiene alcune informazioni chiave, come la banca di appartenenza e la filiale, non rivela direttamente dettagli sensibili sul titolare del conto, come nome, indirizzo o saldo del conto. 

Per motivi di privacy e sicurezza, le informazioni legate alla titolarità del conto e ad altri dati sensibili possono essere condivise solo con personale bancario autorizzato. In genere, solo i dipendenti che devono avere accesso a queste informazioni per finalità operative (come gestire le transazioni, fornire assistenza allo sportello o online, o eseguire controlli interni) possono visualizzare tali dettagli. Le banche sono inoltre soggette a normative molto rigide sulla protezione dei dati personali, come il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) in Europa, che impone severi controlli su come i dati dei clienti vengono gestiti e condivisi. 

Inoltre, le informazioni del tuo conto possono essere condivise con le autorità competenti, come la polizia o l'Agenzia delle Entrate, ma solo in caso di indagini giudiziarie, sospetti di frode o altre necessità legali. Questo accesso è regolamentato e richiede, nella maggior parte dei casi, l'autorizzazione di un giudice o il rispetto di altre procedure legali formali. 

Quindi, l’accesso ai dati relativi alla titolarità o alla provenienza di un conto non è disponibile al pubblico, ma può essere utile per scopi investigativi o per la risoluzione di problemi bancari e frodi. Tuttavia, l'IBAN da solo non consente a nessuno di accedere ai fondi di un conto, poiché non contiene informazioni sensibili come PIN, password o codici di autenticazione, che sono necessari per autorizzare transazioni finanziarie. 

Cosa usa chi non usa l’IBAN?

Nonostante l'IBAN sia stato introdotto principalmente per facilitare le transazioni in Europa, il suo utilizzo si è diffuso anche in altri continenti, sebbene in modo limitato. Secondo l'ultimo IBAN Registry pubblicato a luglio 2023, ci sono attualmente 86 paesi che adottano l'IBAN. Tuttavia, molti altri paesi non usano questo sistema e fanno affidamento su alternative come il codice SWIFT. 

Paesi come gli Stati Uniti, il Canada e l'Australia non utilizzano l'IBAN per i bonifici domestici. Al suo posto, preferiscono utilizzare sistemi locali come il routing number (negli Stati Uniti) o il BSB code (in Australia). Questi codici, insieme al numero di conto, sono sufficienti per le transazioni all'interno di quei paesi. Tuttavia, per i bonifici verso paesi che adottano l'IBAN, è necessario integrare il sistema locale con il codice SWIFT (o BIC), un altro standard internazionale che identifica le banche e facilita i trasferimenti di denaro tra istituzioni finanziarie di diversi paesi. 

Che cos'è lo SWIFT?

Il codice SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), a differenza dell'IBAN che identifica un conto specifico, identifica la banca o l'istituto finanziario coinvolto nella transazione. È composto da 8 a 11 caratteri alfanumerici che includono il codice della banca, il codice del paese, il codice della città e, facoltativamente, il codice della filiale.

Quindi, anche se paesi come gli Stati Uniti o l'Australia non adottano l'IBAN, utilizzano comunque standard internazionali come lo SWIFT per i bonifici internazionali, garantendo così la corretta ricezione del denaro verso conti bancari in paesi che adottano l'IBAN. Questo permette di mantenere una certa uniformità nel sistema globale di transazioni finanziarie, rendendo i trasferimenti di denaro internazionali sicuri ed efficienti, indipendentemente dal sistema utilizzato. 

Conclusione

L'IBAN ha rivoluzionato il modo in cui avvengono le transazioni finanziarie internazionali, rendendole più semplici, sicure e uniformi in un contesto globale. Grazie alla sua struttura standardizzata, è possibile identificare un conto bancario in qualsiasi parte del mondo, garantendo la corretta esecuzione dei pagamenti, riducendo gli errori e facilitando la collaborazione tra le istituzioni finanziarie. In sintesi, l'IBAN ha reso le frontiere bancarie meno rilevanti, agevolando scambi e operazioni in modo trasparente. 

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Autore:
Annamaria Malvestio
Annamaria Malvestio
Junior Financial Analyst

Annamaria Malvestio ha studiato Finanza presso la Southern Denmark University. Ha iniziato la sua carriera nella finanza in Credem Banca ed attualmente è Junior Financial Analyst presso Intelligent Banker, dove aiuta i clienti a prendere scelte finanziarie intelligenti.

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