Le economie emergenti in Europa: chi sta crescendo di più?

In questo articolo, si esplorano le economie emergenti in Europa, analizzando chi sta crescendo di più, cosa significa essere primi in termini di PIL, e come le nuove proiezioni per il 2029 potrebbero ridisegnare la classifica delle principali economie europee. Scopriamo quali paesi stanno scalando la classifica del PIL e quali fattori stanno guidando questa crescita economica.

L'economia globale evolve continuamente, attraversando cicli di espansione e contrazione che durano da 5 a 12 anni. Durante l'espansione, le economie registrano una crescita significativa del Prodotto Interno Lordo (PIL), con aumenti in ricchezza, consumi, produzione, occupazione e innovazione. Questo sviluppo è spesso alimentato da investimenti in ricerca, infrastrutture e riforme economiche. Tuttavia, non tutte le nazioni sfruttano questi cicli allo stesso modo, e le performance economiche variano notevolmente.

Negli ultimi decenni, le grandi economie europee, come Germania, Francia e Italia, hanno dominato in termini di PIL complessivo. Al 2024, la Germania guida l'Europa con un PIL di 4.457 miliardi di dollari, seguita dalla Francia (3.032 miliardi) e dall'Italia (2.256 miliardi). Tuttavia, alcune nazioni più piccole hanno registrato tassi di crescita sorprendenti, superando le aspettative. Questo articolo esamina queste economie emergenti, analizzando le loro prestazioni passate e future, evidenziando i paesi che, nonostante le dimensioni ridotte, stanno migliorando le loro posizioni economiche e potrebbero potenzialmente superare le grandi potenze europee.

Cosa significa essere primi in termini di PIL?

Essere primi in termini di PIL significa avere la maggiore capacità produttiva e creare il maggior valore economico nazionale, conferendo al paese vantaggi come maggiore influenza globale, attrazione di investimenti esteri e stabilità economica interna. Tuttavia, il PIL non riflette necessariamente la velocità o la sostenibilità della crescita economica. Mentre le grandi economie vantano PIL elevati grazie a decenni di accumulo di ricchezza, alcuni paesi più piccoli mostrano tassi di crescita rapidi, suggerendo un potenziale di sviluppo a lungo termine che potrebbe ridefinire gli equilibri economici futuri.

La crescita economica in Europa negli ultimi anni

Negli ultimi anni, alcune economie emergenti europee hanno registrato una crescita del PIL notevole, superando in molti casi la performance delle economie più grandi dell'UE. Questo successo è dovuto a una combinazione di fattori come politiche fiscali favorevoli, investimenti esteri diretti e sviluppo di settori strategici. Di seguito, grazie ai dati forniti dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), viene analizzata la situazione in Irlanda, Ungheria, Polonia, Romania e Lituania, con un'attenzione particolare ai motivi del loro successo e alle prospettive future.

Irlanda

  • Crescita PIL 2014-2023: +110,06%

  • Crescita PIL 2023: +2,29%

  • Proiezione PIL 2029 (crescita 2023-2029): +27,73%

  • Contributo significativo al PIL dell'UE, specialmente nel contesto post-Brexit

  • Importanza strategica come “porta di accesso” per affari e investimenti dopo la Brexit

L'Irlanda ha visto il suo PIL più che raddoppiare dal 2014 al 2023, grazie a politiche fiscali favorevoli e alla capacità di attrarre investimenti esteri diretti. Questo ha reso l'Irlanda un esempio di come un piccolo paese possa diventare una potenza economica regionale, bilanciando il rallentamento di economie maggiori come Germania, Francia e Italia. Dopo la Brexit, l'Irlanda ha guadagnato ulteriore importanza come “porta di accesso” per il Regno Unito, attirando numerose aziende (che stanno rivalutando la loro presenza nel Regno Unito dopo la Brexit) e capitali che alimentano la crescita del suo PIL.

L'Italia importa dall'Irlanda prodotti tecnologici e farmaceutici. Pfizer, con una presenza rafforzata in Irlanda dopo la Brexit, utilizza il paese come hub per la distribuzione verso l'Europa, inclusa l'Italia.

Ungheria

  • Crescita PIL 2014-2023: +50,78%

  • Crescita PIL 2023: +19,36%

  • Proiezione PIL 2029 (crescita 2023-2029): +42,28%

  • Bassa aliquota fiscale sulle imprese (9%) e attrattività per gli investimenti esteri

L'Ungheria ha registrato una forte crescita economica, sostenuta da un settore manifatturiero robusto (in particolare, per l’industria automobilistica) e una forza lavoro qualificata ma a basso costo.

L'Italia importa dall'Ungheria veicoli, componenti automotive e macchinari industriali, con aziende come FIAT che collaborano strettamente con fornitori ungheresi per soddisfare la domanda italiana.

La sua posizione centrale in Europa, insieme a una solida infrastruttura, l'ha resa un hub manifatturiero e logistico chiave all'interno dell'UE. Grazie alle politiche fiscali vantaggiose, l'Ungheria è diventata una meta attraente per investitori stranieri, soprattutto nei settori automobilistico ed elettronico. La crescita prevista fino al 2029 indica che l'Ungheria, con il più rapito tasso di crescita media annuale (7,04%), continuerà a essere una delle economie più dinamiche d'Europa.

Polonia

  • Crescita PIL 2014-2023: +49,95%

  • Crescita PIL 2023: +17,48%

  • Proiezione PIL 2029 (crescita 2023-2029): +31,53%

  • Settori chiave: agricoltura, manifattura, energia

La Polonia ha costruito la sua economia su tre pilastri fondamentali: agricoltura, manifattura ed energia. Il settore manifatturiero, in particolare, rappresenta circa il 27% del PIL, con una forte industria automobilistica e una produzione di elettrodomestici e macchinari industriali.

L'Italia importa dalla Polonia prodotti agricoli, componenti elettronici e veicoli. Aziende italiane come Luxottica collaborano strettamente con fornitori polacchi per la produzione e l'assemblaggio di occhiali, evidenziando la stretta relazione tra i due paesi.

Il paese attira numerose aziende internazionali grazie alla sua posizione geografica strategica e agli incentivi fiscali nelle Zone Economiche Speciali, ora estese a tutto il territorio nazionale. Con una previsione di crescita del 31,55% entro il 2029, la Polonia continua a mostrare una forza economica significativa.

Romania

  • Crescita PIL 2014-2023: +72,94%

  • Crescita PIL 2023: +14,80%

  • Proiezione PIL 2029 (crescita 2023-2029): +41,23%

  • Settori trainanti: agroindustria, tecnologia, infrastrutture

La Romania ha mostrato una crescita economica significativa, alimentata da investimenti in infrastrutture e da una forza lavoro altamente qualificata. L'agroindustria, supportata dai fondi dell'Unione Europea, rappresenta un settore chiave, con l'Italia come principale investitore.

L'Italia importa dalla Romania prodotti agricoli, come cereali e frutta. Barilla investe nella produzione agricola rumena per garantire materie prime di qualità.

La crescita annua prevista del 7,04% fino al 2029 posiziona la Romania tra le economie più promettenti dell'Europa orientale, grazie anche allo sviluppo del settore tecnologico e ai continui investimenti infrastrutturali.

Lituania

  • Crescita PIL 2014-2023: +60,30%

  • Crescita PIL 2023: +9,73%

  • Proiezione PIL 2029 (crescita 2023-2029): +29,34%

  • Settori chiave: tecnologia, servizi, manifattura

Sebbene meno visibile sulla scena globale, la Lituania ha registrato una crescita economica significativa, trainata da settori come la tecnologia, i servizi e l'industria manifatturiera. Tra i settori industriali più sviluppati figurano l'elettronica, la chimica, il tessile, l'abbigliamento, i mobili e la produzione di macchinari, sostenuti da un robusto settore dei trasporti e dei servizi.

L'Italia importa dalla Lituania tessuti, filati, fibre tessili e cuoio. Un esempio di questo impatto è rappresentato dalla presenza del Gruppo Marzotto, che gestisce tre impianti tessili a Kaunas.

La diversificazione economica e le politiche orientate all'innovazione hanno contribuito a consolidare la posizione della Lituania come una delle economie emergenti più dinamiche dell'Europa settentrionale.

Questi paesi emergenti europei, così come molti altri – ad esempio, Malta, Croazia, Bulgaria e Slovacchia –, stanno mostrando una crescita impressionante, con tassi di crescita molto superiori a quelli delle grandi economie europee e con previsioni che indicano un continuo miglioramento delle loro economie nei prossimi anni.

Le grandi economie europee: una crescita a rilento

Mentre le economie emergenti mostrano tassi di crescita impressionanti, le grandi economie europee continuano a dominare in termini di PIL assoluto, mantenendo una posizione di rilievo grazie alla loro ricchezza accumulata e alla loro grandezza. Tuttavia, il ritmo della loro crescita è molto più lento rispetto a quello delle economie emergenti:

Germania:

  • Crescita (2014-2023): 14.58%

  • Crescita prevista (2023-2029): 20.21%

  • PIL nel 2023: 4.457,366 miliardi di dollari

Francia:

  • Crescita (2014-2023): +6.13%

  • Crescita prevista (2023-2029): 20.24%

  • PIL nel 2023: 3.031,778 miliardi di dollari

Italia:

  • Crescita (2014-2023): +4.29%

  • Crescita prevista (2023-2029): 16.42%

  • PIL nel 2023: 2.255,503 miliardi di dollari

Spagna:

  • Crescita (2014-2023): +15.23%

  • Crescita prevista (2023-2029): 23.37%

  • PIL nel 2023: 1.581,151 miliardi di dollari

Paesi Bassi:

  • Crescita (2014-2023): +25.18%

  • Crescita prevista (2023-2029): 22.06%

  • PIL nel 2023: 1.117,101 miliardi di dollari

Nonostante Paesi Bassi e Spagna mostrino una crescita solida rispetto ad altre grandi economie, restano indietro rispetto a paesi come Ungheria e Romania nelle proiezioni future. Questi dati indicano che, pur rimanendo influenti, potrebbero essere superati in termini di dinamismo economico da nazioni più piccole e agili.

Previsioni 2029: la nuova top 5 delle economie europee per PIL

Guardando al futuro, è interessante considerare quali economie emergenti potrebbero scalare la classifica del PIL in Europa entro il 2029. Se le attuali tendenze di crescita riportate del Fondo Monetario Internazionale si confermeranno, la classifica delle principali economie europee potrebbe apparire così:

1.        Polonia

2.        Svezia

3.        Irlanda

4.        Spagna

5.        Paesi Bassi

Il caso dell'Italia

L'Italia, con un PIL di 2.085.376 milioni di euro nel 2023, ha registrato un incremento del 9,03% rispetto all'anno precedente, grazie a settori chiave come manifattura, turismo, industria automobilistica, moda ed alimentare. Questo posiziona l'Italia terza in Europa, tra Francia e Spagna, in termini di PIL complessivo.

Negli ultimi 24 anni, l'Italia ha attraversato periodi di crescita e crisi, come la crisi finanziaria del 2008, la crisi del debito sovrano tra il 2010 e il 2012, e la pandemia di COVID-19. Tuttavia, il trend generale mostra una ripresa costante, con proiezioni che indicano un possibile raggiungimento di livelli di PIL mai visti negli ultimi 25 anni. 

Andamento PIL Italia 2000-2024

L'Italia rappresenta un esempio di un paese con una base economica solida ma che si trova a confrontarsi con sfide interne ed esterne che ne limitano la crescita rispetto alle economie emergenti più agili.

Conclusioni

La crescita economica in Europa sta cambiando gli equilibri tradizionali. Paesi come Irlanda, Ungheria, Romania e Polonia dimostrano che, nonostante le loro dimensioni ridotte, possono competere e persino superare le grandi economie europee in termini di crescita. Questi paesi emergono come nuovi protagonisti della scena economica europea, con potenziali sfide alle economie consolidate.

L’IMF prevede che Romania e Ungheria supereranno economie più grandi come Germania e Francia.

L'Italia stessa è un esempio di un paese con una base economica solida, ma che affronta sfide interne ed esterne che ne limitano la crescita rispetto alle economie emergenti.

L'Europa del prossimo decennio potrebbe essere molto diversa, con una mappa economica ridisegnata dalle sorprendenti performance delle economie emergenti. Questi paesi, con politiche innovative e determinazione, potrebbero diventare i nuovi motori dell'economia europea.

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